Canali Minisiti ECM

Ascierto, l'immunoterapia rende i pazienti più resistenti al Covid

Oncologia Redazione DottNet | 02/12/2021 13:26

Il virus attacca di meno i pazienti affetti da melanoma trattati con l’immunoterapia rispetto agli altri, e in caso di positività superano il Covid in maniera asintomatica

Napoli per quattro giorni è la capitale mondiale dell’immunoterapia. Nella sala congressi del Royal Continental i massimi esperti a livello internazionale, fino a sabato, si confrontano sulle nuove strategie terapeutiche, sui nuovi target, su cure sempre più personalizzate. Ma inevitabilmente al meeting "Immunotherapy Bridge" si discute anche di come il Covid ha impattato sulla ricerca. Dal ponte virtuale che unisce il Vesuvio al resto del mondo, creato dodici anni fa da Paolo Ascierto, oncologo ricercatore del Pascale, scatta l’allarme: il primo dato che emerge da ogni relazione è l’aumento dei casi di tumore dovuti a una regressione, causa pandemia, della prevenzione e, quindi, dei controlli. Si stima possano essere circa un milione i casi di cancro non diagnosticati solo in Europa a causa della pandemia da Covid e 100 milioni gli screening non effettuati, portando a diagnosi più tardive e a una minore sopravvivenza complessiva. 

Ma da Napoli arrivano anche buone notizie: tra tutti i tumori trattati con immunoterapia, in quelli della pelle, la terapia sembra rendere i pazienti più resistente al Covid. Si è infatti constatato che il virus attacca di meno i pazienti affetti da melanoma trattati con l’immunoterapia rispetto agli altri, e in caso di positività superano il Covid in maniera asintomatica. L’immonoterapia bloccherebbe, dunque, gli effetti del Covid. "Non ci sono ancora studi scientifici, - dice il padrone di casa, Paolo Ascierto - ma dati riscontrati su esperienze vissute. Solo al Pascale 11 pazienti, tutti trattati con l’immuno hanno superato il Covid senza sintomi". 

pubblicità

Un motivo in più per continuare a parlare di immunoterapia. "In dieci anni, in Italia, - continua Ascierto - le persone vive dopo la diagnosi di​ melanoma​ sono aumentate di quasi il 70%: da 100.910 nel 2010, a 169.900 nel 2020. È un​ tumore della pelle​ in costante crescita, con 14.900 nuovi casi e un incremento del 20% solo nel 2020".  Primo centro a livello mondiale nella cura del melanoma il Pascale dal 2010 ha curato con l’immunoterapia oltre 4.000 pazienti . Dieci anni in cui, grazie a questa terapia si è riusciti a salvare il 50 per cento delle persone affetti da tumore in stadio metastatico, tra il 30 e il 50 per cento nelle diverse patologie neoplastiche. Inoltre, come emerso dalle relazioni di altri ricercatori del Pascale intervenuti al meeting, come Sandro Pignata, Antonio Avallone, Nicola Normanno, Alfredo Budillon e Luigi Buonaguro ci sono evidenze che indicano l’opportunità di anticipare il trattamento con l’immunoterapia prima della chirurgia (neoadiuvante), per poi interromperlo una volta raggiuntata la risposta completa. Questo accade soprattutto nei tumori della mammella e del colon .

Commenti

I Correlati

Oncologi, tra le priorità individuare la corretta stadiazione

La Giornata sarà un’occasione speciale per illustrare i più recenti progressi della ricerca e per essere più vicini ai pazienti ematologici, adulti e bambini, attraverso attività di sensibilizzazione e informazione su tutto il territorio

Studio dell’Istituto Mario Negri e dell’ATS Brianza pubblicato su Tobacco Induced Diseases

Studio cinese, scoperta una relazione di causa-effetto tra le malattie gengivali e il cancro

Ti potrebbero interessare

Oncologi, tra le priorità individuare la corretta stadiazione

Studio cinese, scoperta una relazione di causa-effetto tra le malattie gengivali e il cancro

Una carriera fra Italia e Stati Uniti, che con i suoi studi ha dimostrato il link fra l'interramento illecito dei rifiuti controllato dalla camorra e i tumori in Campania

Schillaci: "Spero che l'Italia diventi la prima nazione Ue ad avere uno screening per il cancro del polmone"

Ultime News

Aggiornato il simulatore, per la vecchiaia 67 anni fino al 2028

Il taglio si farà sentire per chi lascerà il lavoro dal gennaio 2025 grazie al meccanismo che adegua i criteri di calcolo dell’assegno ogni biennio sulla base delle aspettative di vita

L'équipe guidata da Antonio Bozzani, direttore della Chirurgia Vascolare del San Matteo, è la prima ad aver contribuito con l'arruolamento di due pazienti, entrambi pavesi di 72 e 85 anni

"Alcune norme rispondono parzialmente alle nostre richieste, altre sono da emendare"